SESTA EDIZIONE

TORINO, 27-31 MARZO 2019

VISIBILE INVISIBILE

 

La sesta edizione di Biennale Democrazia avrà luogo a Torino da mercoledì 27 a domenica 31 marzo 2019 e, con il titolo VISIBILE INVISIBILE, ospiterà una riflessione su novità e distorsioni prodotte da un mondo “ad altissima visibilità”. Informazioni, immagini e dati, elaborati da tecnologie in continuo aggiornamento, sono divenuti il tessuto connettivo delle nostre esistenze. Come mutano le relazioni umane e sociali, e come cambia la politica, nell’epoca dell’esibizione, della celebrità, della fiction, delle emozioni vissute “in diretta”, che trasformano la realtà in reality? Quali e quanti fenomeni sociali sono di fatto oscurati dal surplus informativo? Come fronteggiare vecchi e nuovi poteri invisibili, capaci di condizionare individui e collettività, coperti dal velo della segretezza? Come uscire dalla posizione di semplici spettatori di fronte alla crisi della democrazia, ogni giorno più profonda? Guardare non basta: perché le società democratiche possano recuperare prospettive di futuro occorrono strumenti per comprendere, spazi di scelta, obiettivi da perseguire.

Il tema della sesta edizione è articolato in tre percorsi tematici: Luci e ombre, La società della trasparenza, Dal tramonto all’alba.

Luci e ombre

Un profluvio di notizie, immagini, video, fotografie, autoscatti produce ogni giorno una rappresentazione vivida e “istantanea” della realtà: un immenso mosaico di tessere sconnesse che ambisce ad essere oggettivo, esaustivo, onnicomprensivo. Immerse in questo flusso di comunicazione caotico e dilagante, dove la visibilità data dai social network gioca un ruolo decisivo, le società diventano opache alla comprensione. Vediamo molto, capiamo sempre meno. I mali sociali cessano di essere problemi a cui dare una soluzione e rischiano di diventare oggetto di emozioni istantanee: la povertà, i giovani senza lavoro, le dipendenze, la violenza di genere, il saccheggio ambientale, i migranti ridotti alla condizione di “non persone”. In questo contesto, però, la cultura è ancora in grado di sollevare interrogativi, l’informazione può mostrare realtà nascoste, la politica continua a essere lo spazio nel quale moltiplicare e mettere in dialogo i punti di vista.

La società della trasparenza

La politica democratica esige un alto grado di trasparenza del potere: solo poteri che agiscono alla luce del sole possono essere sottoposti al controllo e al giudizio dei cittadini. Ma come far sì che i detentori di poteri pubblici accettino di sottoporsi al confronto, alla critica e al contraddittorio? E come elaborare nuovi strumenti per esercitare tale controllo? Inoltre, nelle nostre società, la trasparenza sta seguendo una logica rovesciata: mentre i poteri invisibili si rafforzano con il sostegno di piccole e grandi collusioni quotidiane – si pensi a mafie, economie criminali, speculazione finanziaria –, sono le esistenze individuali ad essere sempre più scrutate, condizionate e controllate. La privacy diventa un oggetto di scambio. I giganti del web traggono immensi profitti dalla raccolta di dati personali e preferenze degli utenti, elaborati con algoritmi coperti da segretezza. Big data e intelligenza artificiale mettono a disposizione strumenti sempre più raffinati per influire sulle nostre scelte. Come fronteggiare questa crescente asimmetria di potere?

Dal tramonto all’alba

Abbacinati da troppe luci, paralizzati da ombre e paure, ci stiamo forse rassegnando a vivere come spettatori di un eterno presente, nel quale si annullano la profondità storica e la prospettiva del futuro? Temi quali il “tramonto dell’occidente” e “la fine della storia” affollano la nostra immaginazione, alimentati dal risorgere delle “piccole patrie” e dall’affermarsi di nuovi autoritarismi che, fuori e dentro l’Occidente, fanno temere un lento tramonto della democrazia. Oggi più che mai, la manutenzione della coesistenza democratica sembra dipendere dalla nostra capacità di trovare nuovi modi di articolare il rapporto tra centro e periferie, tra alto e basso, tra Europa e regioni. La storia d’altra parte non si ferma e non procede a ritroso. In quest’epoca di transizioni epocali, cambiano le coordinate geografiche, le condizioni di vita materiale, le culture che ci hanno permesso di dare senso a quello che accade intorno a noi. Quali aspettative, ideali, “visioni” di futuro possono oggi rigenerare la democrazia e preludere all’alba di un giorno nuovo?