La settima edizione di Biennale Democrazia, tenutasi a Torino dal 6 al 10 ottobre 2021, ha avuto come punto di partenza la nostra condizione di abitanti di un unico pianeta, sempre più connesso ma sempre più frammentato e si soffermerà sui tanti fattori che rendono difficile trovare risposte comuni a problemi di portata globale. Da qui il titolo: Un pianeta, molti mondi. L’emergenza sanitaria ha fornito una dimostrazione esemplare della nostra dipendenza dal contesto globale: nel bene e nel male, nella vulnerabilità come nella solidarietà. Ma ha anche mostrato quanto rilevanti siano i legami – affettivi, culturali, politici, giuridici – che ci pongono in relazione diretta con gli altri, dando forma agli spazi di cittadinanza e a quello che ciascuno percepisce come “il proprio mondo”. Abitiamo la stessa terra, ma apparteniamo a mondi diversi.
In un pianeta in cui tutto pare interconnesso, diventa sempre più urgente imparare ad agire di concerto. La questione ecologica è l’emblema di un tale necessario aggiornamento dei nostri paradigmi, ma l’esigenza di coordinamento si impone tutte le volte che sono in gioco beni primari come la vita, la salute o la libertà: che si tratti di arginare i nuovi rischi di conflitto nucleare o con armi biologiche, di governare gli sviluppi dell’ingegneria genetica o dell’intelligenza artificiale, di contenere il potenziale economicamente deflagrante dei flussi finanziari, o di far fronte a nuove e terribili epidemie e alle loro conseguenze economiche e sociali.
Di fronte a sfide di questa portata, forte è il rischio di farsi sedurre da scorciatoie autoritarie. A ben vedere però solo la democrazia può assicurare gli spazi di libertà e di autodeterminazione indispensabili per immaginare soluzioni mai prima d’ora sperimentate.
Ma le società democratiche sapranno recuperare la forza morale e politica necessaria a imprimere mutamenti radicali alle forme consolidate di coesistenza? La varietà dei mondi umani produrrà una babele di rivendicazioni conflittuali o sarà in grado di coordinare gli sforzi in vista di fini comuni?
Movimenti, Stati, organismi intergovernativi o sovranazionali: chi sarà in grado di assumere su di sé il compito di tale necessaria mediazione? Per parte nostra, non dobbiamo smettere di interrogarci e di discutere: molto del nostro futuro dipenderà dalla qualità delle istituzioni, delle società e dei cittadini.