Di cosa parliamo quando parliamo di violenza? Quante forme possibili esistono, soprattutto nelle relazioni tra il potere e le sue resistenze?
Violenza, levatrice della storia o anteprima fugace della sua fine, ora che la minaccia di guerra nucleare è tornata prepotentemente di attualità? Nemico giurato dei moderni processi di civilizzazione o contrassegno epocale di una razionalità tipicamente moderna, esperta di mezzi tecnici e orfana di fini valoriali? Espressione emblematica di un potere che si presume invincibile o ammissione indiretta, ma incontrovertibile dell’impotenza di chi vorrebbe plasmare – senza successo – le condotte di altri soggetti a immagine e somiglianza della propria volontà? Fragile strumento di auto-affermazione del più forte o cicatrice riaperta dagli insulti che puntualmente si aggiungono alle ferite inferte sulla carne viva delle vittime? Strumento di oppressione collettiva o arma di liberazione a disposizione degli oppressi? Semplice arma di distruzione o atto dimostrativo volto a ri-affermare il potere di chi lo sente minacciato? Quintessenza dei regimi autocratici o irriconoscibile “elefante nella stanza” delle democrazie costituzionali?
Sono solo alcune delle domande che nel corso dei primi due incontri verranno prese in considerazione e discusse insieme alle classi, attingendo a diversi materiali filosofici, cinematografici e letterari. Anziché formulare risposte unilaterali, nel secondo incontro si cercherà di mappare le diverse forme di violenza, nonché le relative interpretazioni teoriche e gli usi politici che hanno suggerito risposte differenti a queste domande, per poi prendere in esame il rapporto ambivalente, complesso, multi-stratificato fra democrazia e violenza istituzionale, soprattutto quando sono in gioco manifestazioni di dissenso da parte della società civile organizzata. Il terzo incontro sarà dedicato, invece, alla violenza agita dai gruppie fra diversi gruppi sociali, a partire all’analisi di diversi esperimenti sociali condotti nella seconda metà del Novecento in alcune delle istituzioni universitarie più prestigiose delle democrazie occidentali, per poi sondare le ragioni dello smarrimento che i loro risultati continuano a destare ancora oggi. Nell’ultimo incontro, infine, si cercherà di far tesoro delle riflessioni svolte nei primi tre incontri per affrontare recenti episodi connessi alla violenza di classe, genere, razziale, politica e ambientale per saggiare insieme agli/lle studenti/esse possibili forme di prevenzione istituzionale e pratiche sociali capaci di evitarne la ripetizione.