Climate change, land grabbing, eco-ansia, COP 27, greenwashing: sono termini che si sentono ormai sempre più spesso. Ma che cosa vogliono dire veramente?
Il tema dei cambiamenti climatici, che fino a poco tempo fa faticava a entrare nel dibattito pubblico o in quello educativo a scuola, è oggi invece ben più conosciuto e discusso. A contribuire a questo mutamento non sono stati solo gli allarmi degli scienziati e degli addetti ai lavori, ma anche un grande impegno politico di pressione e informazione da parte delle giovani generazioni (si pensi ai movimenti come Friday for Future o Extinction rebellion) le quali, sempre più spesso, sentono proprio il tema ecologico e ambientale come una delle grandi questioni da affrontare a livello collettivo.
Il percorso didattico si propone anzitutto di affrontare la crisi climatica a partire da una prospettiva che integri gli aspetti ambientali (dal riscaldamento globale allo scioglimento dei ghiacci) con quelli sociali e geopolitici. In che modo ad esempio il climate change sta influenzando le migrazioni di massa (sono ormai milioni ogni anno i cosiddetti migranti climatici)? Che ruolo gioca a livello globale, sia economico sia politico, la corsa all’accaparramento di terre e acqua (il land e water grabbing) da parte di grandi multinazionali? Quanto l’intero settore tecnologico dipende dall’estrazione e dalla lavorazione delle cosiddette terre rare, le quali sono quasi del tutto sotto il controllo della Cina e di pochissimi altri paesi del mondo? Come funzionano i grandi negoziati internazionali sul clima (come l’annuale COP) e quali rapporti politici ed economici regolano le contrattazioni e gli accordi? Come il climate change può agire come moltiplicatore di diseguaglianze, sia come impatto che come capacità di adattamento?
Una seconda parte del percorso didattico si concentra infine su alcune riflessioni teoriche di più ampio respiro che affrontano il tema del cambiamento climatico in chiave morale e filosofica a partire da alcune domande. In che modo la crisi climatica influenza la nostra capacità di immaginare il futuro? Che impatto hanno nelle giovani generazioni, ma non solo, fenomeni come la eco-ansia (il disagio e la paura per le possibili catastrofi future) e come è possibile trasformare questi timori in pratiche individuali e collettive virtuose? Si proverà ad affrontare tali questioni anche attraverso l’analisi di film, serie tv, videogiochi e romanzi che hanno messo al centro il tema della “fine del mondo”.