Biennale Democrazia 2015

Passaggi
La quarta edizione (25-29 marzo 2015), che si è tenuta in corrispondenza del centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e del settantesimo anniversario della Liberazione, ha avuto come tema Passaggi, che ha permesso di riflettere sui flussi inarrestabili di popoli e sulle altre grandi trasformazioni – politiche, economiche, culturali e tecnologiche – che segnano il nostro presente e che hanno inevitabili ricadute sulla vita e sulla coesistenza democratica. Ad aprirla, la lezione inaugurale di Claudio Magris L’Europa della cultura.
102 appuntamenti
150 ospiti
20 istituti scolastici

La quarta edizione di Biennale Democrazia, tenutasi a Torino dal 25 al 29 Marzo 2015, che si è tenuta in corrispondenza del centenario dell’ingresso dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e del settantesimo anniversario della Liberazione, ha avuto come tema Passaggi, che ha permesso di riflettere sui flussi inarrestabili di popoli e sulle altre grandi trasformazioni – politiche, economiche, culturali e tecnologiche – che segnano il nostro presente e che hanno inevitabili ricadute sulla vita e sulla coesistenza democratica. Ad aprirla, la lezione inaugurale di Claudio Magris L’Europa della cultura.

La scelta di questo tema permette di riflettere sulle grandi trasformazioni che segnano il nostro presente: Biennale Democrazia propone di osservarlo e di analizzarlo nell’atto della transizione, nel passaggio da uno stato a un altro, come in un fermo immagine, provando a coglierne le trasformazioni subìte – che hanno investito la politica, l’economia, la scienza e la tecnologia – e a prevedere le inevitabili ricadute sulla nostra vita e sulla coesistenza democratica.

Il tema Passaggi, situandosi contemporaneamente in una dimensione spaziale (intesa come spostamento fisico) e temporale (con riferimento ai passaggi storici) offre la possibilità di percorrere diversi filoni argomentativi e di riflettere sui fatti più significativi che caratterizzano l’attualità e che hanno segnato la storia. Come quello che riguarda gli spostamenti degli individui e le migrazioni. Siamo un’umanità in transito: quali sono le nostre rotte e le nostre destinazioni? Quanti i muri frapposti alla libertà di movimento e quali i confini che invece servono a offrire riparo?

Oggi viviamo in continuo movimento e in un tempo accelerato: aspettative, progetti e passioni hanno vita breve, le relazioni si costruiscono sull’immediatezza della comunicazione, il lavoro è in costante trasformazione, i prodotti culturali si consumano in fretta. Di fronte all’accelerata trasformazione cui è soggetta la nostra società, la politica sembra rimanere immobile, incapace di gestire fenomeni che richiederebbero interventi rapidi e radicali. Cresce, così, la sfiducia per i tempi lunghi delle decisioni, della burocrazia, della giustizia. Molteplici possibilità si aprono, al tempo stesso, a ogni passaggio: dalla crisi economica alle capacità previsionali dei Big Data, dalle grandi riforme che il nostro Paese deve affrontare alle scoperte della scienza, dai cambiamenti climatici alle rivoluzioni del mondo del lavoro e del Web. Quali le opportunità e quali i rischi?

Il tema di questa edizione

Il tema della quarta edizione è articolato in quattro percorsi tematici: TRANSITI E BARRIERE/EREDITÀ E INIZI/VELOCITÀ E LENTEZZA/POSSIBILITÀ.

TRANSITI E BARRIERE
Viviamo tempi di transizioni plurali, contraddittorie e prive di una destinazione riconoscibile: spostamenti materiali e immateriali di persone e di popoli, di merci e di dati, di flussi finanziari e di conoscenze. Nuovi spazi si aprono per la trasformazione delle identità individuali e collettive. Quali sono le rotte dell'umanità in transito, delle merci, delle persone-merci? Quali sono le strade attraverso le quali fluiscono dati, informazioni e conoscenze che a ritmo crescente irrompono nella nostra esistenza, trasformandola? Quali gli approdi, lungo il cammino dei popoli? Quanti i muri frapposti alla libertà di movimento? Quali i confini che servono a offrire riparo? Quali nuovi modi vivere e di convivere sono appresi lungo il cammino?
EREDITÀ E INIZI
Il 2015 segna i cento anni dall'ingresso dell'Italia nella Prima Guerra Mondiale e celebra il settantesimo anniversario della Liberazione. Ripercorrere il “secolo breve” significa interrogarsi sulla memoria pubblica e sulle amnesie collettive, sulle ferite che non passano e sugli errori da non ripetere. In quali passaggi della storia riconosciamo le fondamenta del presente? Quali retaggi rifiutiamo e cosa vogliamo lasciare alle generazioni future? Ciascuna di queste domande proietta la sua ombra su di noi: su un'Europa segnata dalla crisi economica e minacciata da arroccamenti etnici e nazionalistici, sul futuro della Costituzione e del sistema dei partiti, sulle degenerazioni populistiche delle democrazia, sul lavoro che non c'è e sul patto tra le generazioni.
VELOCITÀ E LENTEZZA
Il nostro è un tempo accelerato, nel quale aspettative, progetti e passioni hanno vita breve. Le nostre relazioni si costruiscono sull'immediatezza della comunicazione, il lavoro rincorre forme di produzione e di scambio in continua trasformazione, i prodotti culturali si consumano in fretta. Mentre la società corre, la politica sembra immobile e incapace di governare fenomeni che richiederebbero interventi radicali: dai cambiamenti climatici all'estensione delle disuguaglianze. Nel nostro Paese, riforme da lungo tempo attese stentano a trovare risposta: quelle istituzionali, ma anche quelle relative al lavoro, al fisco, alle pensioni dei giovani, alla pubblica amministrazione. Crescono così l'amore per il “nuovo”, i sogni di una “democrazia immediata” e la sfiducia per i tempi lunghi della politica, della burocrazia, della giustizia.
POSSIBILITÀ
Le trasformazioni aprono possibilità. Per la prima volta nella storia umana, l'impatto dell'uomo sull'ambiente sembra poter sconvolgere il ritmo dei cicli naturali e mettere in pericolo le condizioni stesse della vita: sta forse nascendo da qui una nuova coscienza ecologica? Di fronte alla crisi economica si impongono strade nuove: chi deve agire? Cosa possono fare i governi, le istituzioni sovranazionali, i soggetti della società civile? La globalizzazione infrange frontiere e ridisegna confini: come sarà la cittadinanza del futuro? I Big Data dischiudono oggi inedite possibilità di comprensione e di previsione dei fenomeni sociali: quali sono le opportunità e i rischi di una “società trasparente”?