VIII EDIZIONE

TORINO, 22-26 marzo 2023

Ai confini della LIBERTÀ

BIENNALE DEMOCRAZIA 2023 – L’OTTAVA EDIZIONE

L’ottava edizione di Biennale Democrazia avrà luogo a Torino da mercoledì 22 a domenica 26 marzo 2023.

Gli anni duri di questa pandemia, che tarda ancora a concludersi, hanno messo alla prova la capacità dei governi di rispondere all’emergenza, e della società di sopportare il peso dell’imprevisto, con conseguenze rilevanti sui rapporti fra cittadini e istituzioni. Pare, perciò, quantomai importante tornare a riflettere sulle questioni fondamentali che riguardano i nostri sistemi democratici. Per queste ragioni, Biennale 2023 riparte dalla libertà che, assieme all’uguaglianza, costituisce il fondamento stesso della democrazia, tanto che l’affermarsi delle libertà civili, il consolidarsi dei diritti politici e il progressivo allargamento dei diritti sociali sono processi paralleli, necessariamente connessi gli uni agli altri.

Ma, nei due secoli in cui sono andati faticosamente consolidandosi i sistemi politici che siamo soliti definire democratici, sotto il cappello della libertà, si sono affollati tanti e tali significati diversi, da apparire a volte persino contradditori: dall’opposizione ai capricci del potere tirannico, per liberarsi dalla servitù politica e della schiavitù sociale, alla tolleranza religiosa, fino alla libera espressione della propria coscienza, attraverso pensieri, parole, stampa e altri media; la libertà è stata poi interpretata come emancipazione dalla tradizione o, in senso più specificamente politico, come possibilità di riunirsi ed associarsi e, soprattutto, come autonomia nella scelta elettorale; libertà sono tanto quelle del mercato – di produrre, di scambiare e di consumare – quanto quelle che riguardano i costumi e la disposizione del proprio corpo, così come le scelte e la riservatezza nella sfera privata. Diverse sono, infine, la libertà dei deboli e quella dei potenti, sempre a rischio di divenire prepotenza. Secondo Montesquieu, del resto, «non c’è parola che abbia ricevuto un maggior numero di significati diversi, e che abbia colpito gli spiriti in tante diverse maniere, come quella di libertà».

Tra tutte le parole della politica, “libertà” è stata così quella maggiormente contesa dagli schieramenti politici e dalle diverse tradizioni culturali, fino a farne una bandiera, variamente ridefinita, dei più diversi attori e movimenti. Da ciò l’esigenza di tornare a parlare di libertà, con lo scopo di coglierne le sfumature, di comprenderne le contraddizioni, di discuterne i limiti e nuovi possibili progressi.

Mentre approfondivamo questa riflessione è scoppiato il conflitto in Ucraina nel febbraio 2022, causando l’irrompere in Europa della guerra, fantasma sempre presente e costantemente rimosso. La libertà e la democrazia – che ad alcuni erano sembrati destino ineluttabile dell’umanità – sono apparsi improvvisamente valori di parte producendo spesso pericolose semplificazioni e ricordando drammaticamente il monito che fu di tanta parte dei pensatori moderni, così come dei padri dell’Unione Europea, secondo cui nessuna libertà è possibile senza la pace.

Con il titolo Ai confini della libertà, Biennale Democrazia 2023 ripartirà dal complesso rapporto fra libertà e democrazia, dentro e fuori le frontiere della nostra società.

Il tema dell’ottava edizione è articolato in quattro percorsi tematici.

Liberi tutti!

Le società democratiche sono attraversate da tensioni che riguardano richieste di sempre nuove libertà civili, sociali, politiche ed economiche. La pandemia ha arricchito e confuso il dibattito polarizzandolo tra chi temeva l’avvento della dittatura sanitaria e chi ha visto nelle proteste contro le restrizioni e i vaccini un pericoloso rovesciamento irresponsabile e antisociale delle rivendicazioni di libertà. È, allora, necessario tornare a riflettere sui molteplici significati di libertà, sui suoi eventuali limiti – primi fra tutti quelli imposti dalla crisi ambientale – e sul suo rapporto con il sapere tecnico scientifico e con la tecnologia; e soprattutto delle relazioni tra libertà e uguaglianza, fin dalla rivoluzione francese, valori gemelli, ma tra loro sempre in tensione.

Conflitti di libertà

Democrazie illiberali, democrature, regimi ibridi, democrazie a bassa intensità; con questi e altri neologismi si è cercato di descrivere le trasformazioni in senso illiberale e nazionalista di quei paesi, dentro e fuori l’Europa in cui vanno erodendosi diritti e garanzie fondamentali che pensavamo acquisite, quali la libertà d’espressione e di stampa, l’autonomia della magistratura, il rispetto delle minoranze. Il confronto con queste realtà ci permetterà di ampliare l’orizzonte della nostra riflessione sulla libertà e la democrazia anche in prospettiva geopolitica, in riferimento all’inasprirsi dei conflitti e al riproporsi del rischio nucleare.

La libertà come format

Pandemia e guerra hanno mostrato lo stato del lento deterioramento del dibattito pubblico del nostro paese ben rappresentato dal ripetersi del format stantio del talkshow spesso ridotto a scontro tra posizioni acritiche e inconciliabili, riducendo la libertà di espressione al principio secondo il quale ogni posizione ha bisogno del proprio contraltare. Sullo sfondo, la centralità del pluralismo informativo per il corretto funzionamento della democrazia, la dialettica fra vecchi e nuovi media, il dibattito sui possibili limiti alla libertà di espressione, il ruolo dell’istruzione e della cultura come precondizione stessa dell’autonomia degli individui, lo spettro della cosiddetta cancel culture e il rapporto fra gli intellettuali e gli esperti.

Immaginare la libertà

La libertà è al cuore del modo moderno di pensare al futuro. Tanto le utopie artistiche, quanto le rivoluzioni politiche sono partite dall’idea di liberare gli esseri umani dalle catene che li costringono; allo stesso modo, il pensiero distopico ha messo in guardia dai rischi del dispotismo – più o meno mite – di tipo politico, tecnologico o economico. Ma come viene rappresentata la libertà da letteratura, arte, musica, cinema e televisione? Quali sono le metafore o i personaggi delle emancipazioni e delle schiavitù? E, infine, tra libertà e servitù, come ci immaginiamo il futuro delle nostre società e delle nuove generazioni?