Il terrorismo fa ormai parte delle nostre vite. Tra le innumerevoli “emergenze” di cui è costellato il dibattito pubblico, quella terroristica sembra la minaccia più insidiosa; forse non quella più pericolosa, ma certamente quella che suscita più allarme.

Alla paura si sovrappongono gli echi di guerre sempre più vicine che sembrano causa e conseguenza della medesima spirale di violenza. Il terrore che sentiamo nelle voci dei sopravvissuti agli attacchi, gli allarmi continui e prolungati a cui ci sottopongono i mezzi di comunicazione, l’aumentare vertiginoso di conflitti combattuti con vecchie e nuove armi concorrono a creare un clima di incertezza, il cui effetto principale è la diffidenza nei confronti dell’altro e l’isolamento delle ragioni di chi non la pensa come noi.

Ma come si reagisce al terrore? Con la vendetta e con la chiusura nei confronti dell’altro? Oppure difendendo gli spazi di libertà e di tolleranza che sembrano oggi messi in pericolo da nemici interni ed esterni?

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Referente percorso:
Massimo Cuono
email: massimocuono@gmail.com