La quinta edizione di Biennale Democrazia avrà luogo a Torino da mercoledì 29 marzo a domenica 2 aprile 2017 e, con il titolo USCITE DI EMERGENZA, ospiterà una riflessione sulle crisi del nostro tempo, alla ricerca delle risposte necessarie, ma anche di nuove strade da percorrere e di possibilità inedite.

Biennale 2017 sarà dunque dedicata a una delle parole più evocate nel linguaggio politico contemporaneo: emergenza. Ai suoi usi e ai suo abusi. A ciò che questo termine nasconde e a ciò che manifesta. Alla sua capacità di segnalare l’insorgere imprevisto di un problema, di un’eccezione, di un allarme. Ma anche di trasfigurare, come una maschera, le realtà e i corpi che ne sono toccati: il corpo dei migranti, il pianeta aggredito dall’uomo, le città “sotto assedio”, le economie in dissesto, le nuove povertà, le aree del mondo dove dilaga la guerra. In condizioni di incertezza radicale, d’altra parte, a mutare è la politica stessa, che invoca decisioni subitanee, rapidità d’azione, mutamento dei codici. Anche da qui, l’accresciuta importanza di conoscere, di distinguere, di giudicare come si decide e cosa si decide. “Emergere”, infine, è il manifestarsi di qualcosa che era celato alla vista e, quindi, il presentarsi di opportunità inedite e di occasioni di cambiamento, la possibilità di nuovi inizi.

L’emergenza può essere una realtà incontestabile, oppure un inganno. Un’occasione da cogliere, oppure un falso allarme. In un caso e nell’altro, le sfide che oggi abbiamo davanti sono le stesse: uscire dallo stato di una paralizzante necessità, restituire ai cittadini possibilità di scelta, sperimentare nuove forme di azione comune. Sono queste le “uscite di emergenza” alle quali Biennale Democrazia 2017 guarderà con particolare interesse.

Il tema della quinta edizione è articolato in cinque percorsi tematici: Stati di necessità/Società dell’incertezza/Nuovi inizi/Focus_Domande all’Europa/Focus_La città che cambia.

STATI DI NECESSITÀ

L’emergenza è la reazione a uno stato di necessità: l’estremo tentativo di contrastare forze o fenomeni che, lasciati alla loro naturale evoluzione, sono destinati a sconvolgere la vita e la coesistenza umana. Quanti dei problemi che chiamiamo “emergenze” corrispondono a un effettivo stato di necessità? Quanti stati di necessità sono emergenze che non riconosciamo come tali? In questo percorso, i problemi che non possono restare senza risposta: il ritorno dei tribalismi, il nuovo terrorismo e la guerra; il dramma umanitario dei profughi; la divisione del mondo in debitori e creditori; il saccheggio ambientale. È possibile un governo democratico dell’emergenza?

SOCIETÀ DELL’INCERTEZZA

“Emergenza” è uno dei nomi del nostro disorientamento di fronte a un futuro incerto e dell’incapacità di governare realtà che ci trovano impreparati. In un mondo che si trasforma a ritmi vorticosi, sempre più spesso smarrimento, paura, sfiducia accompagnano l’emersione del “nuovo”. Dal lavoro ridisegnato dalla rivoluzione digitale, alle migrazioni, fi no alle minacce che circolano sulla rete. Anche da qui: sfiducia verso i professionisti della politica, dell’informazione, dell’economia. Per altro verso, il disorientamento affascina, rendendoci consumatori avidi di notizie, immagini, serial, con i quali esorcizziamo, nello spettacolo dell’emergenza, le nostre paure.

NUOVI INIZI

“Emergere” è il presentarsi alla vista di qualcosa che prima era invisibile, perché sommerso o in formazione. In quanto incontro con ciò che era sconosciuto, l’emergenza è anche, quindi, possibilità di nuovi inizi. Da qui, l’importanza di considerare i nuovi stili di vita che, nella pratica quotidiana, cambiano l’ethos collettivo: i nuovi modi di vivere la famiglia, la solidarietà, la religiosità, la comunicazione, la produzione o il consumo e, naturalmente, la politica e l’attivismo civico. Ma anche le possibilità dischiuse dal progresso tecnico-scientifico, dalle nuove fonti energetiche, fino al profilarsi di forme inedite di intelligenza artificiale.

FOCUS_DOMANDE ALL’EUROPA

Di fronte alla crisi sociale, economica, di progetto che ha ridotto ai minimi termini la legittimazione politica dell’Unione europea, Biennale Democrazia propone un focus di Domande all’Europa. Oggetto d’attenzione privilegiata sono le politiche migratorie, la direzione impressa alla politica economica, la tenuta dell’Unione dopo Brexit, il deficit democratico, i nazionalismi rinascenti. Per rilanciare il progetto di un’Europa unita sono oggi necessari risposte efficaci e drastici correttivi di rotta. Ma anche, prima ancora, la disponibilità a non eludere i grandi interrogativi.

FOCUS_LA CITTA’ CHE CAMBIA
presso Scuola Holden

La città che cambia – un percorso espositivo e un ciclo d’incontri – si svolge presso la Scuola Holden, che ha contribuito insieme ai suoi studenti a declinare la riflessione attraverso il mezzo privilegiato della narrazione. Letteratura, musica, cinema, fotografi a sono gli strumenti attraverso i quali prende forma la rappresentazione di quell’agglomerato instabile di uomini, pratiche, culture che chiamiamo città. Con le sue contraddizioni e i suoi elementi critici: dalle frontiere che separano il centro dalle periferie, all’insicurezza sociale, alimentata dal controllo del territorio da parte di gang malavitose e violente. Con la sua capacità di rinnovarsi, attraverso nuovi linguaggi, percorsi d’integrazione, pratiche di rigenerazione e progetti, rafforzati da processi di inclusione e di partecipazione.