Un mostro è in senso lato un essere reale o immaginario dotato di caratteristiche considerate extra-ordinarie, “fuori dalla norma”. Dal punto di vista antropologico, la categoria di mostro definisce, per contrapposizione o rispecchiamento, quella di essere umano: riguarda cioè i confini fra “umano” e “bestiale”. Il mostro, su diverse basi (religiose, sociali, psicologiche) diviene dunque un elemento di contatto, un “ponte” fra gli umani stessi e ciò che li circonda. I “mostri” fanno capolino nel nostro percorso perché più e meglio di altre immagini o metafore hanno a che fare al contempo con il “visibile” e l’“invisibile”. Ieri e oggi, i mostri sono figli dell’invisibilità ma simultaneamente vengono condannati perché troppo visibili e, ancora, relegati all’invisibile, là dove fanno un po’ meno paura. Ma anche, i mostri interiori, che ci invadono e pervadono in una forse presunta forse più comoda invisibilità agli occhi dei più; i mostri “al di fuori” di noi, che a ben guardare rendono visibile il mostruoso dentro di noi, come un alter ego in cui specchiarsi e da cui fuggire lontano; i mostri “buoni”, perché l’essere “mostruoso” ha etimologicamente in sé dell’eccezionale, del prodigioso, che a seconda dei tempi e delle culture è stato ostracizzato, strumentalizzato o, viceversa, osannato. In un itinerario multi e transdisciplinare, storico-sociale e artistico-culturale, con un approccio dialogico, interattivo e autobiografico gli studenti e le studentesse avranno modo di scoprire, riflettere e sperimentare il “mostruoso” dall’antico al contemporaneo, facendo luce sulle ombre personali e collettive e ombra sulle “troppe luci” che spesso accecano le nostre vite. In un dibattito aperto con gli studenti, si affronteranno temi anche spinosi ma troppo taciuti, avvalendosi di contributi letterari, cinematografici, giornalistici, dal web e dalle TV series.

Scarica il percorso

Referente percorso: Giada Giustetto

email: giadagiu@gmail.com