di Emanuele Granelli (Futura news – Master in giornalismo “Giorgio Bocca”)

Chi meglio dei direttori Mario Calabresi, Maurizio Molinari ed Enrico Mentana per parlare del rapporto che si sta sempre più deteriorando tra giornalisti e lettori? Nell’incontro “Possiamo fidarci dei giornalisti?” organizzato dall’Associazione Allievi del Master in Giornalismo di Torino nella cornice del Teatro Carignano, il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, è partito dalla tutt’altro che edificante 77esima posizione italiana nella classifica di Reporters sans frontières sulla libertà di stampa, spiegando che fra i vari motivi pesano i tanti giornalisti sotto protezione della polizia per minacce di morte o intimidazioni, l’enorme numero di querele, la diffamazione che in Italia ha valenza penale e le responsabilità dei direttori anche per un trafiletto sul sito.

«Ma in realtà – sostiene Enrico Mentana – il vero problema è che da parte dei lettori non vengono più riconosciute le competenze. Se è vero che “uno è uguale a uno” vale dal punto di vista della persona, non può essere così quando si parla di competenze: non può contare un’opinione qualsiasi, ad esempio sulla costruzione dei ponti, se non si è architetti. Lo stesso dovrebbe valere nell’ambito del giornalismo».

Internet ha il potere di mettere in dubbio qualsiasi considerazione, prosegue il conduttore del Tg La7: «Qualcuno in Rete riuscirebbe a dire che oggi a Torino non piove. I fatti ormai sono diventati contendibili da parte di tutti. Quando scrivo un post su Facebook vengo etichettato grillino e renziano allo stesso tempo: Internet ha segato la realtà in due».

Per tornare ad avere la fiducia dei lettori, secondo il direttore de La Stampa Maurizio Molinari «bisogna innanzitutto ripartire dai diritti. Su questo palco oggi non ci sono direttori donne: credo, invece, che sarà fondamentale averne in futuro se vorremo davvero recuperare un rapporto credibile con i lettori. La ricetta, poi, non può essere altro che lavorare per offrire sempre prodotti di qualità».